Lampi di genio (la cui paternità è andata perduta nel tempo), scopriamo le invenzioni più sbalorditive di quest’abile mente

[AGGIORNATO: Ottobre 2014] Benvenuti nella seconda puntata della nostra rubrica dedicata alle passioni di Lewis Carroll, il papà di Alice (nel Paese delle Meraviglie). Una serie di articoli per raccontarvi i numerosi interessi che il nostro amato reverendo ebbe in vita. Pensare che fosse solo uno scrittore è un errore bello grosso 😉 Nello scorso articolo ci eravamo occupati della fotografia, quest’oggi parleremo di come metteva in opera il suo intelletto.

A detta di molti, Carroll fu un genio. E senz’altro, è quello che si può pensare una volta scoperte le mille invenzioni che ideò in vita. Mille forse no, ma credetemi una più stupefacente dell’altra.

La nyctografia

Iniziamo con la nyctografia (nyctography), ossia un sistema di scrittura da lui inventato per riuscire a scrivere al buio. Tale tecnica prende il nome dallo strumento che utilizza, il nyctografo (nyctograph), ossia una piccola griglia ricavata da un tassello rettangolare di legno. Gli intagli della griglia servivano da guida e consentivano di prendere appunti abbastanza velocemente (se allenati) anche in assoluta assenza di luce. La chiave di tutto era un particolare alfabeto, anch’esso inventato da Carroll: un’alternarsi di punti e linee piuttosto semplice che sfruttava gli angoli degli intagli [foto sotto]. Ovviamente per rendere l’appunto comprensibile, era necessario trascrivere il tutto il giorno dopo.

alfabeto nyctografia

Alfabeto

Carroll ideò la nyctografia perché molto spesso durante la notte era svegliato da pensieri che desiderava annotare. Illuminare il proprio comodino all’epoca era decisamente un procedimento più laborioso di quanto non sia oggi, visto che implicava l’accendere una lampada ad olio (per poi spegnerla pochi minuti dopo). Uno spreco inaccettabile che necessitava di una soluzione, e Carroll la trovò in questa tecnica

nyctografo

Nyctografo realizzato a mano

La tecnica vide la luce col nome di typhlograph. Fortunatamente per le nostre orecchie, Carroll ascoltò poi i suggerimenti di colleghi e amici e la ribattezzò con nyctograph.

Ecco le parole con cui Lewis Carroll presentò la sua idea al pubblico:

«Chiunque abbia avuto, come spesso ho fatto io, la necessità di uscire dal letto alle 2 del mattino in una notte invernale, accendere una candela, e appuntarsi alcuni pensieri che avrebbe altrimenti dimenticato, converrà con me quanto scomodo possa essere. Tutto ciò che devo fare adesso, se mi sveglio e penso qualcosa che desidero appuntare, è prendere da sotto il cuscino un piccolo taccuino contenente il mio nyctografo, scrivere alcune righe -o alcune pagine- senza nemmeno dover mettere le mani fuori dalle coperte, rimettere a posto il libretto, e tornare a dormire. […] Ho prima provato ad utilizzare le file di fori quadrati (poco più di mezzo cm quadrato l’uno -la misura che ho trovato più comoda), come contenitori per le lettere; non è stata una brutta idea, ma le lettere risultavano ancora illeggibili. Quindi mi sono detto “Perchè non inventare un alfabeto quadrato, usando solo punti agli angoli e linee ai lati?” Ho presto scoperto che, per rendere più facile la scrittura, era necessario sapere dove iniziassero esattamente i quadratini. Per questo ho stabilito la regola secondo la quale ogni lettera-quadrata doveva contenere un chiaro puntino nero nell’angolo in alto a sinistra. […] Sono riuscito ad ottenere 23 diverse lettere-quadrate, somiglianti alle lettere che devono sostituire. Pensate al numero di ore di solitudine trascorse da un uomo cieco, spesso passate a non far nulla, quando egli sarebbe probabilmente felice di annotare i propri pensieri; e vi renderete conto di quale benedizione gli concederete donandogli un piccolo “indelebile” libro di memorie con un nyctografo e insegnandogli l’alfabeto-quadrato.»

«Any one who has tried, as I have often done, the process of getting out of bed at 2 a.m. in a winter night, lighting a candle, and recording some happy thought which would probably be otherwise forgotten, will agree with me it entails much discomfort. All I have now to do, if I wake and think of something I wish to record, is to draw from under the pillow a small memorandum book containing my Nyctograph, write a few lines, or even a few pages, without even putting the hands outside the bed-clothes, replace the book, and go to sleep again. […] I tried rows of square holes, each to hold one letter (quarter of an inch square I found a very convenient size), and this proved a much better plan than the former; but the letters were still apt to be illegible. Then I said to myself “Why not invent a square alphabet, using only dots at the corners, and lines along the sides?” I soon found that, to make the writing easy to read, it was necessary to know where each square began. This I secured by the rule that every square-letter should contain a large black dot in the N.W. corner. […] [I] succeeded in getting 23 of [the square-letters] to have a distinct resemblance to the letters they were to represent. Think of the number of lonely hours a blind man often spends doing nothing, when he would gladly record his thoughts, and you will realise what a blessing you can confer on him by giving him a small “indelible” memorandum-book, with a piece of paste-board containing rows of square holes, and teaching him the square-alphabet.»

Lewis Carroll
in una lettera alla rivista The Lady
(ottobre 1891)

 Il metagramma

Parliamo ora di un’altra piccola perla sicuramente più vicina a noi (vi sfido a dirmi che non averci mai giocato da piccoli). La seconda invenzione che presentiamo, è un gioco di carta e matita molto noto, ma di cui si ignora totalmente la paternità: il word ladder, noto in Italia col nome di scala di parole o metagramma.

È un gioco molto semplice: al giocatore vengono fornite due parole, una iniziale e una finale, prese a caso dal dizionario. Lo scopo del gioco è quello di giungere da una parola all’altra, applicando volta per volta una di queste regole:

  • aggiungere una lettera
  • togliere una lettera
  • cambiare una lettera
  • anagrammare le lettere

per ottenere ogni volta una parola intermedia di senso compiuto. Ovviamente meno passaggi si fanno, migliore è il punteggio.

E’ uno di quei casi in cui è più difficile spiegarlo che farlo, per cui vi posto di seguito un paio di esempi, frutto della fantasia degli utenti del nostro forum:

DOTE
dose
pose
posa
SPOSA
FAME
fama
fata
rata
Rita
rito
RISO

Il gioco venne pubblicato per la prima volta sulla rivista Vanity Fair. Carroll stesso, nella lettera di presentazione alla rivista, ci spiega perché lo inventò:

«Cara Vanity,–solo un anno fa, a Natale, due signorine –rese impertinenti dal più terribile flagello che possa tormentare la natura femminile, il ‘non avere niente da fare’– mi chiesero di inviar loro ‘qualche indovinello’. Ma di indovinelli non avevo per mano, e perciò mi diedi da fare a inventare qualche altra forma di tortura verbale che potesse servire allo stesso scopo. Il risultato delle mie meditazioni fu un nuovo tipo di rompicapo –per lo meno nuovo per me– che (ora che è stato ben testato dall’esperienza di un anno, e lodato da molti amici) offro a voi, come una noce raccolta da poco che i vostri onnivori denti, che già hanno masticato tanti doppi acrostici, potranno rompere.»

«DEAR VANITY,–Just a year ago last Christmas, two young ladies –smarting under that sorest scourge of feminine humanity, the having ‘nothing to do’– besought me to send them ‘some riddles’. But riddles I had none at hand, and therefore set myself to devise some other form of verbal torture which should serve the same purpose. The result of my meditations was a new kind of Puzzle –new at least to me– which, now that it has been fairly tested by a year’s experience, and commended by many friends, I offer to you, as a newly-gathered nut, to be cracked by the omnivorous teeth which have already masticated so many of your Double Acrostics»

Lewis Carroll
Vanity Fair (29 Marzo 1879)

 

Quelle che abbiamo appena presentato sono le due invenzioni più famose di Lewis Carroll, anche se purtroppo come abbiamo visto la paternità si è persa nel tempo. Non sono le sole, ma sicuramente sono le più notevoli. Ve l’aspettavate? Continuate a leggere Carrollpedia, vi stupiremo ancora (è una promessa!)