Esploriamo il contesto storico e lo stile di vita dei bambini vittoriani, per capire qualcosa in più sul personaggio di Alice

Aggiornato! Maggio 2015

Nel precedente articolo abbiamo delineato e approfondito il carattere di Alice, la bambina di 7 anni protagonista del capolavoro di Lewis Carroll. Oggi invece le daremo un minimo di contesto, andando ad esplorare l’ambiente che circondava i bambini di quell’epoca.

Premessa temporale

Innanzitutto una premessa: nei nostri articoli parleremo spesso di epoca vittoriana, perché è proprio questo il periodo in cui visse Lewis Carroll e che influenzò i suoi scritti e i suoi personaggi. Col termine epoca vittoriana, o età vittoriana, intendiamo sempre riferirci al periodo che va dal 1837 al 1901 e corrisponde al regno della Regina Vittoria (da cui prende appunto il nome). Non fa male ricordare che Carroll nacque nel 1832 e morì nel 1898, e che il libro le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie è stato pubblicato nel 1865.

Contesto storico: educazione vittoriana

Alice illustrazione capitolo XII attraverso lo specchio - gatti

Alice e i suoi gatti [Illustrazione capitolo XII, Attraverso lo specchio]

Come qualunque bambina di buona famiglia, Alice aveva  certamente a disposizione un maestro, o precettore, che la istruisse privatamente a casa. Tale trattamento era ovviamente riservato alle famiglie benestanti, che erano le sole a potersi permettere una o più persone appositamente stipendiate per istruire i propri figli. I precettori si occupavano di fornire una buona preparazione di base su tutte le principali materie: geografia, storia, francese e molte altre ancora, come la stessa Alice ci accenna più e più volte durante il corso della sua avventura. La situazione era invece completamente diversa per i (tanti) ragazzini nati in famiglie con minori possibilità. Per approfondimenti a riguardo vi rimando a questo articolo sull’istruzione e l’educazione sul blog Georgiana’s Garden.

Il metodo di studio che i maestri impartivano ai loro allievi era (ancora più di oggi) basato sulla memorizzazione dei contenuti. I piccoli dovevano imparare a memoria intere pagine e una quantità di poesie spaventosa. Alice stessa ci conferma che la sua testa è piena di rime, morali e consigli sul come essere produttivi e ben educati. Conosce un sacco di cose ma non sa assolutamente come applicarle (e qui possiamo cogliere una non troppo velata critica di Carroll al mondo dell’insegnamento). Ha una buona conoscenza generale ma questa è molto superficiale: conosce parole come “longitudine” e “latitudine” ma non ha la minima idea di cosa significhino. Durante la sua permanenza in Wonderland, Alice si trova molto spesso a considerare che ciò che conosce a memoria non le è di grande aiuto. E quelle (tante) volte in cui cerca un appiglio da cui partire, un barlume di conoscenza da sfruttare, anche solo recitando una poesia, non ci riesce.

Le parole escono trasformate dalle labbra di Alice e Carroll sfrutta questo espediente per creare alcune delle più belle parodie che la letteratura ricordi. Infatti tutte le poesie raccontate nei libri non sono altro che un’alterazione dei più famosi versi che i piccoli studenti dovevano memorizzare per essere ritenuti istruiti.

Contesto storico: la famiglia

Era normale che i piccoli di famiglie molto agiate vedessero più spesso i propri precettori che i genitori. Per questo non deve essere considerato strano il fatto che Alice, nemmeno una volta durante la sua avventura, nomini la propria madre o il proprio padre. Non dico fossero degli sconosciuti, ma solo che non erano tanto presenti nelle routine quotidiane dei figli quanto i vari domestici, maestri, fratelli e sorelle.

I piccoli almeno non erano soli, avevano a loro disposizione tutti i domestici di casa perché provvedessero alle loro necessità. Così anche la piccola Alice aveva sicuramente:

  • una cameriera personale (o nutrice) che l’aiutasse a lavarsi, a vestirsi e che la sgridasse quando necessario – quasi una figura materna;
  • almeno un maestro;
  • vari tra cuochi e camerieri.

Questa era la normalità per tale condizione di agio.

Molto spesso i bambini avevano uno o più animali domestici, che tenessero loro compagnia. Dovremmo ricordarci bene che la piccola Alice aveva una gatta di nome Dinah (presente anche nel film Disney del 1951) e i suoi due cuccioli che conosciamo solo nell’ultimo capitolo di Attraverso lo specchio: Kitty e Snowdrop (in italiano Bucaneve). Alice dimostra nei loro confronti un affetto smisurato, e ci appare molto più attaccata a loro che a qualunque altra persona o cosa della sua vita.

Spero di avervi lasciato anche questa volta degli spunti interessanti in riferimento al contesto storico del personaggio di Alice. Vi aspetto numerosi al prossimo articolo!