Lo sappiamo bene: lo stavate aspettando per l’ora del tè. Finalmente eccolo, chapeau al Cappellaio Matto!

Benvenuti o bentornati su Carrollpedia. Anche questa settimana un personaggio del mondo letterario di Alice nel Paese delle Meraviglie ci attende [qui troverete tutti gli altri di cui abbiamo già parlato], e siamo certi che lo apprezzerete.  Oggi si parla del Cappellaio Matto, o Mad Hatter, uno dei personaggi più amati del bizzarro universo di Lewis Carroll. Facciamo la sua conoscenza!

Il secondo commensale

Cappellaio Matto

Cappellaio Matto

Il personaggio del Cappellaio Matto, in originale Mad Hatter, viene nominato per la prima volta nell’VI° capitolo (“Pig and pepper“) del libro Alice nel Paese delle Meraviglie, ma Alice lo incontra solo nel capitolo successivo: A mad tea party. Successivamente compare anche nel XI° capitolo (“Who stole the tarts?“) nelle vesti di testimone durante il processo per il furto delle crostate.

Ma non è finita qui: è uno dei pochi personaggi a comparire anche nel libro Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. Lo incontriamo nuovamente con il nome di Hatta nel capitolo VII° (“The lion and the unicorn“). Qui interpreta le vesti di messaggero del re, nuovamente in coppia con Heigha (la Lepre di marzo).

Il té dei matti, illustrazione di John Tenniel, cap VII

Il té dei matti, illustrazione di John Tenniel, cap VII

Il dialogo che ha con Alice, Lepre e Ghiro durante il tea party è sicuramente uno dei più famosi mai scritti da Lewis Carroll. Di seguito ne presentiamo un estratto (la conversazione prende, di solito, non meno di tre pagine):

‘I tuoi capelli hanno bisogno di essere tagliati,’ disse il Cappellaio. Era stata ad osservarla per un po’ con gran curiosità, e queste furono le prime parole che le rivolse.
‘Dovresti imparare a non fare commenti sugli altri,’ disse Alice con severità: ‘è molto maleducato.’
Il Cappellaio spalancò gli occhi nell’udire ciò; ma l’unica cosa che disse fu ‘Perché un corvo è simile ad una scrivania?‘ […]
‘Penso di poter indovinare’ disse Alice.
‘Intendi dire che pensi di poter trovare la risposta?’ chiese la Lepre.
‘Esattamente,’ disse Alice.
‘Allora dovresti dire quello che intendi,’ la Lepre Marzolina andò avanti.
‘Lo faccio,’ replicò Alice stizzita; ‘o almeno io intendo ciò che dico – che come sapete è più o meno la stessa cosa.’
‘Per nulla la stessa cosa!’ disse il Cappellaio. ‘Come potresti, ad esempio dire che “Io vedo quello che mangio” è lo stesso che dire “Io mangio quello che vedo”!’ […]
Il Cappellaio fu il primo a rompere il silenzio. ‘Che giorno del mese è?’ disse rivolto ad Alice: aveva tirato fuori dalla tasca il suo orologio, e lo stava guardando storto, scuotendolo continuamente ed avvicinandolo all’orecchio.
Alice ci pensò su un attimo e poi rispose ‘Il quattro.’
‘Due giorni di sbaglio!’ si lamentò il Cappellaio. ‘Ti avevo detto che il burro non sarebbe stato all’altezza del lavoro!’ aggiunse, guardando con astio la Lepre Marzolina. […]
Alice, da sopra la sua spalla, era stata a guardare per un po’ con curiosità. ‘Che buffo orologio!’ disse. ‘ Ti dice il giorno del mese ma non l’ora del giorno!’
‘Perchè dovrebbe?’ borbottò il Cappellaio. ‘Il tuo orologio ti dice che anno è?’
‘Certo che no,’ replicò Alice: ‘ma questo perchè resta lo stesso anno per un sacco di tempo.’
‘Che è proprio il mio caso,’ disse il Cappellaio.”

‘Your hair wants cutting,’ said the Hatter. He had been looking at Alice for some time with great curiosity, and this was his first speech.
‘You should learn not to make personal remarks,’ Alice said with some severity: ‘it’s very rude.’
The Hatter opened his eyes very wide on hearing this; but all he said was ‘Why is a raven like a writing-desk?’ […]
‘I believe I can guess that,’ she added aloud.
‘Do you mean that you think you can find out the answer to it?’ said the March Hare.
‘Exactly so,’ said Alice.
‘Then you should say what you mean,’ the March Hare went on.
‘I do,’ Alice hastily replied; ‘at least—at least I mean what I say—that’s the same thing, you know.’
‘Not the same thing a bit!’ said the Hatter. ‘Why, you might just as well say that “I see what I eat” is the same thing as “I eat what I see”!’ […]
The Hatter was the first to break the silence.’What day of the month is it?’ he said, turning to Alice: he had taken his watch out of his pocket, and was looking at it uneasily, shaking it every now and then, and holding it to his ear.
Alice considered a little, and then said ‘The fourth.’
‘Two days wrong!’ sighed the Hatter. ‘I told you butter wouldn’t suit the works!’ he added, looking angrily at the March Hare. […]
Alice had been looking over his shoulder with some curiosity. ‘What a funny watch!’ she remarked. ‘It tells the day of the month, and doesn’t tell what o’clock it is!’
‘Why should it?’ muttered the Hatter. ‘Does your watch tell you what year it is?’
‘Of course not,’ Alice replied very readily: ‘but that’s because it stays the same year for such a long time together.’
‘Which is just the case with mine,’ said the Hatter.”

Cap VII°
Il Cappellaio, la Lepre e Alice

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