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Dalì e Carroll, un incontro non proprio fortuito

Qui devo obbligatoriamente menzionare una prima connessione tra Dalì e l’opera di Carroll: tra il 1945 e il 1946, Salvador Dalì passò 8 mesi presso i Walt Disney Studios . In quel periodo stava lavorando, insieme a John Hench, artista degli Studios, alla storyboard del cortometraggio Destino. Contemporaneamente era in pre-produzione un film d’animazione che sarebbe uscito nelle sale di tutto il mondo da lì a poco: Disney’s Alice in Wonderland del 1951. A questo punto, viene da domandarsi quanto la presenza di Dalì possa aver influenzato il film. Certamente non sono pochi gli elementi surreali presenti nella pellicola. Probabilmente sono solo speculazioni, ma un’influenza almeno indiretta, tramite il suo collaboratore, potrebbe aver determinato la direzione artistica e stilistica poi intrapresa per il film su Alice.

Qualche anno dopo, nel 1969, Dalì torna nuovamente e meno fortuitamente ad incrociare l’opera Carrolliana. Gli venne commissionata l’illustrazione di una nuova edizione del libro Alice’s Adventures in Wonderland, poi pubblicata dalla Maecenas Press – Random House di New York.

Illustrazioni visionarie, complementari al libro

I dodici capitoli di questa nuova edizione furono così stampati e corredati da altrettante + 1 eliografie di Salvador Dalì. Fu un successo di pubblico strepitoso, anche perché la tiratura del libro fu limitata a sole 2500 copie, i cui volumi superstiti sono ancora oggi in vendita a prezzi da capogiro, vedi questo su Amazon.

Il fatto che nell’opera di Carroll non vi siano descrizioni dei personaggi ha permesso agli illustratori che si sono succeduti negli anni e nelle edizioni una certa libertà di espressione. Per quanto riguarda Dalì il discorso è diverso, il suo non è banalmente un lavoro di traduzione, da parole ad immagini, quanto un’esperienza complementare al libro, che ne estende l’esperienza e il viaggio di Alice. Inoltre la protagonista stessa del libro è davvero poco presente nelle illustrazioni, come appunto lo sono anche gli altri personaggi.

(Ovviamente le 13 illustrazioni sono quelle che accompagnano l’articolo).

Inoltre vi segnalo che, per nostra fortuna, nel 2016 è uscita una riedizione del libro, edita dalla Princeton University Press, acquistabile (ad un prezzo più umano) direttamente dal sito dell’editore e di cui sicuramente troverò modo di parlarvi in futuro – anche perché è proprio dalla sua prefazione che ho preso spunto per questo articolo.

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