Un articolo di Lewis Carroll è oggi diventato un libro, edito da Elliot (Lit Edizioni). Recensiamo questa nuova chicca in libreria!

Benvenuti o bentornati su Carrollpedia! Torniamo insieme a spulciare tra gli scaffali delle nostre più fornite librerie alla ricerca delle parole di Lewis Carroll nelle edizioni più disparate. Oggi non parlerò di Alice nel Paese delle Meraviglie, come ho fatto nelle puntate precedenti di questa rubrica, bensì recensirò l’edizione tutta nuova di un suo articolo: Contro la vivisezione di Elliot (Lit Edizioni).

La copia che possiedo è arrivata un dì del febbraio scorso dentro un bel pacco sorridente (non dirò di più, il mio solito ordine seriale), ma per pigrizia non me ne ero ancora occupata. Non perché sia un libro lungo e prolisso, anzi! Si legge molto velocemente, 20 minuti a dir tanto.

Un articolo in un libro

Stiamo parlando di un libro che in realtà un libro non è. Infatti si tratta di un articolo, intitolato “Some popular fallacies about vivisection” (in italiano: Falsità comuni sulla vivisezione), pubblicato nel giugno del 1875 sull’allora popolarissima rivista The Fortnightly Review.

Questo scritto è significativo perché, nonostante si trattasse di un “lavoro serio” (cioè non rivolto espressamente al giovane pubblico), fu firmato col suo nome d’arte Lewis Carroll e non col nome vero Charles Lutwidge Dodgson. Egli solitamente manteneva separate queste due sfere, quella letteraria da quella accademica, ma non in questo caso. La scelta fu probabilmente dettata dalla volontà di far arrivare le sue parole a più persone possibile, sfruttando la celebrità ormai inarrestabile del suo nome d’arte. Se sia stata una sua scelta o un’imposizione editoriale temo che non potremo mai saperlo.

copertina fronte

Copertina, fronte

copertina retro

Copertina, retro

Qualche dettaglio in più

Tornando al volume che stringo tra le mani, posso dirvi che si tratta sicuramente del libro più corto che abbia mai posseduto: prefazione compresa raggiunge appena le 41 pagine. L’articolo vero e proprio si snoda invece su 25 pagine, scritte con un font credo di dimensioni 14 (grandino, mi ha ricordato le pubblicazioni per ragazzi) e un’ampia interlinea [foto nella pagina successiva].

L’articolo continua a pagina 2!