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Assassinando il tempo (e scambiandosi di posto)

Continuando la lettura del capitolo veniamo presto a sapere che il Cappellaio conosce personalmente il Tempo, e che ci ha litigato di recente, poco prima che impazzisse. A marzo infatti il Cappellaio stava partecipando al concerto della Regina di Cuori, cantando Twinkle, Twinkle little bat. La sua esibizione però andò malissimo, la sovrana lo interruppe perché stava “assassinando il tempo” (della canzone) – “murdering the time”. Da quel momento per lui, e (riteniamo) per chiunque fosse in sua compagnia, erano sempre state le sei del pomeriggio. Per cui, se è sempre l’orario del te, dove lo si trova il tempo per lavare le tazze? L’unica soluzione è quella di alzarsi e di cambiare di posto! Alice non deve esserne turbata, ha perfettamente senso, no?

cappellaio disney

Cappellaio Matto, versione Disney 1951

Infine un’ultima curiosità su questo capitolo: la famosissima scena del Tea Party del film d’animazione Disney è ovviamente tratta da qui. Solo che la Disney ha aggiunto un elemento, che forse è diventato più famoso della scena stessa, ma che non esiste nei libri: la canzone del non-compleanno.

Al processo!

Incontriamo nuovamente il Cappellaio in occasione del processo per il furto delle crostate. E’ il primo testimone convocato dal Coniglio Bianco, che si presenta malgrado non abbia ancora terminato il suo tè. Con tazza in una mano e un pezzo di pane imburrato nell’altra, inizia la sua improbabile deposizione, attirando subito il malumore del Re di Cuori. Gli viene infatti chiesto di togliere il cappello e in breve si ritrova accusato di essere un ladro (di cappelli, non di crostate). Al Cappellaio non resta che lasciare intimorito la corte, ben lieto di avere ancora la testa sulle spalle.

Anatomia di un Cappellaio

Come quasi tutti i personaggi del romanzo, neppure il Cappellaio ha una vera e propria descrizione fisica né caratteriale. Possiamo però definire il suo carattere in base alle sue azioni: si tratta di un Cappellaio il cui talento è probabilmente non molto apprezzato, che partecipa alla vita mondana ma non è un gran ascoltatore/conversatore; sono infatti pochi i discorsi che riesce a portare a termine senza interrompere o interrompersi.

Si dice che Carroll si sia ispirato ad un personaggio della sua epoca per delineare il suo Cappellaio. Tale Theophilius Carter, un eccentrico venditore di mobili e inventore che era solito indossare un cappello a cilindro, e per questo era noto come Mad Hatter. Certamente la più celebre impresa di Theophilus fu l’invenzione di un particolare letto-sveglia (che svegliava il l’addormentato scaraventandolo a terra) che fu esposto al Crystal Palace durante l’esposizione mondiale del 1851. Da questo si potrebbe far derivare la fissazione del Cappellaio per il tempo e la sua costante “cattiveria” verso il Ghiro addormentato.

Per quanto riguarda le illustrazioni, abbiamo invece qualche certezza in più. Sir John Tenniel (ndr. il primo illustratore ufficiale dei libri) si è quasi sicuramente ispirato a Benjamin Disraeli, personaggio che aveva già avuto l’occasione di ritrarre in precedenza.

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Cappellaio Matto, Illustrazione di Tenniel

La caratteristica distintiva delle illustrazioni del cappellaio è sicuramente il cappello, la cui famosissima etichetta attira da sempre molta curiosità. Le tesi più quotate sul significato del famoso “10/6” sono due:

  • Si tratta di un prezzo, probabilmente 10 scellini e 6 pence;
  • Si tratta della taglia, visibilmente esagerata per la testa del Cappellaio.

“Mad as a hatter”

Il Cappellaio è Matto, non ci piove, ma vi siete mai chiesti perché? Anche in questo caso, come in quello della Lepre e dello Stregatto, Carroll ha dato il meglio di sé, dando vita (e cappello) ad un popolare detto inglese: l’essere “mad as a hatter”, ossia matti come un cappellaio.

Non sarò certo io la prima a dirvi che spesso i detti hanno un fondamento di verità, in questo caso una triste verità visto che si tratta di una malattia professionalizzante. Nel confezionare i loro prodotti infatti gli artigiani cappellai dell’epoca venivano spesso a contatto con il mercurio, sostanza che a lungo andare aveva effetti tremendi sulla loro salute mentale, con sintomi quali irritabilità, nervosismo e depressione.

La produzione di cappelli era una delle attività più ferventi del mercato di Stockport, una località vicinissima a Daresbury, il paese natale di Carroll. Non sarebbe stato strano se allora Carroll avesse avuto a che fare con qualche stravagante cappellaio.

Un cilindro dalle mille apparizioni

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Mad Hatterbot, Futurama

Una cosa è certa: ovunque vi sia Alice, vi è sempre anche il cilindro del Cappellaio. Anzi, a dire il vero, è quasi più facile scovare il Cappellaio, piuttosto che Alice, dato che il primo gode di una popolarità disarmante. Dedichiamo un po’ di spazio alle curiosità che lo riguardano:

charisma

Logo Charisma Records

  • Il Cappellaio fa capolino nella serie tv Futurama nelle vesti del robot Mad Hatterbot. Dimora nel HAL Institute, un manicomio per bot criminali. E’ apparso in soli due episodi (Insane in the Mainframe e Follow the Reader) e nel lungometraggio Futurama: Bender’s Game – foto sopra.

 

  • Una casa discografica inglese, la Charisma Records, ha fatto del Cappellaio (una delle illustrazioni di sir John Tenniel) il suo logo  – foto a lato.

 

  • batman

    Mad Hatter | Jervis Tetch

    Uno degli acerrimi nemici di Batman (DC comics) è il Cappellaio Matto, la cui vera identità è Jervis Tetch. Affetto da manie depressive come qualunque nemico che si rispetti è assolutamente ossessionato dai libri di Carroll. Fece la sua prima apparizione nell’Ottobre del 1948 (Batman #49) – foto a lato

 

Abbiamo detto molto ma non proprio tutto sul Cappellaio Matto di Wonderland… Continuate a seguirci qui su Carrollpedia per non perdervi nulla, vi aspettiamo con tanti nuovi articoli!